>Caro Nesca, ieri sono tornato dopo tanto tempo ad arrampicare su roccia, non uscivo da un pò, e mi sono reso conto di quanto allenamento/esperienza ho fatto grazie ai tuoi insegnamenti (anche solo parlati e continuamente condivisi per tradizione orale) e di quanto questi facciano parte di me.
Ti scrivo con la gratuità di chi è consapevole di aver incontrato l’arrampicata e i concetti che in quel momento tu stavi cercando di fissare e di trasmettere, in un periodo non semplice della propria vita (perchè, per retaggio culturale e sociale, di crisi vissuta come disorientamento e momento negativo da combattere e non come opportunità di cambiamento da lasciar scorrere e da osservare piacevolmente), in modo sicuramente non casuale ma inconsciamente cercato.
Grazie a quegli stessi concetti, che ho iniziato a mettere in pratica e ad ascoltare contemporaneamente a un percorso di analisi con una psicoterapeuta buddista che ha iniziato ad adorare l’arrampicata in quanto prolungamento naturale del lavoro di analisi interiore e di ricerca del sè, ho iniziato a demolire tante sovrastrutture, in primis il giudizio e l’autogiudizio, a masticare e a far miei i concetti di maschera e di ZELIG (guardati il film che è meraviglioso se ancora non lo hai visto), ho iniziato a lavorare sulla trasparenza, la congruenza come presupposti per scegliere, ho iniziato a riapprezzare il valore del tempo, del prendersi tempo, del cercare l’agio nello stare come condizione necessaria per poter, poi, fare il passaggio successivo, ho iniziato a conoscere il concetto di riposo e di dolore e paura come indicatori preziosi.
Tutto questo, e tanto altro, sento che rappresenta delle basi solide per l’apprendimento continuo e su vari livelli che serve nella vita (anche la psicanalisi rogersiana utilizza i livelli di apprendimento come step di innalzamento della propria consapevolezza) e sento che riesco a trasmetterlo anche agli altri (agli amici, alla mia ragazza e spero anche ai miei figli, quando e qualora arriveranno).
Ora che questo particolare mio percorso di analisi è finito (perlomeno quello iniziato due anni fa, quando iniziai anche arrampicata) sento di poter contare veramente su questo allenamento, che sono felice nel pensare che non finirà mai, e mi faceva piacere ringraziarti e darti la possibilità di capire che il tuo lavoro ha realmente la possibilità di fondare radici e di accompagnare le persone alla ricerca del proprio sè.
E’ importante avere una guida nella vita, cercarla e incontrarla, è necessario per il lungo viaggio errante che ci aspetta e per goderci nel presente ciò che esso ci offre, decostruendo la fallace idea comune della necessità di dover raggiungere una meta e del senso di colpa che ne consegue.
E se il bacino di utenza che avrai sarà limitato, pensa sempre che un bisogno di analisi interiore così profondo è raro fra le persone, che difficilmente, quindi, potranno anche solo afferrare questi concetti, e prendere atto di ciò è lo strumento per continuare ad avere l’umiltà di poter comunicare con gli altri senza rischiare, per paradosso, di sentirsi soli (fa parte dell’insegnamento finale del primo, e non ultimo, percorso di analisi e di ricerca della consapevolezza e del proprio sè).
Detto questo ti mando un forte abbraccio e a presto.
Baci a Giorgia e alla piccola.
Federico
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