Lo sviluppo della percezione
Le componenti che si sviluppano nella pratica dell'arrampicata sono:
- il generare uno stato di quiete per favorire la ricezione delle informazioni
- il generare un ordine di priorità tale da determinare l'incisività dell'azione (visualizzazione)
- il mantenere la concentrazione sui vari livelli di intenzione fino alla loro manifestazione (immaginario)
- il predisporre uno stato mentale adatto ad accogliere la mancanza di informazione per poi colmarlo per migliorare (risoluzione del problema)
- la capacità di attingere informazioni da più fonti possibili (empatia e condivisione)
- l'essere e il divenire (fede)
Per quanto riguarda la spiegazione della parte concernente la biomeccanica e la fisica nell'arrampicata, grazie alla quale sono arrivato a questi pensieri, farò solo dei riferimenti ed alcuni cenni, perché io credo fortemente nella qualità dell'azione e non riuscirei con parole e disegni a trasmettere quello che sono abituato a fare durante il giorno, fino ad oggi.
Una volta arrivati a questo punto si intuisce che l’allenamento dovrà vertere sull'applicazione del metodo, capire le basi, imparare a metterle in pratica e poi potenziarle.
Gli strumenti ottimali risiedono nel modo di approcciare all’allenamento.
Cosa sentiamo quando ci alleniamo?
La nostra capacità di sentire è proporzionale a quanto stiamo zitti e a quanto siamo in grado di isolare/sintonizzare il canale di ascolto sulla frequenza interessata, quindi è proporzionale alla nostra capacità di concentrazione.
Prima impariamo a concentrarci e poi impariamo a mantenere la concentrazione per poi diventare presenti.
Ogni fase o esercizio dell’arrampicata si basa sulla percezione.
Quindi gli esercizi dell'arrampicata aiuteranno a mantenere la presenza, per osservare le nostre manifestazioni, secondo questo ordine:
- isolare l'esercizio,
- analizzare l'esercizio,
- eseguire l'esercizio con attenzione divisa,
- analizzare l'esecuzione dell'esercizio (osservazione),
- acquisire e metabolizzare le nuove informazioni derivanti dall'analisi dell'esercizio,
- inserirlo in un contesto di altri esercizi risolti per testare l'apprendimento e la fiducia nell'apprendimento.
Il margine
La scelta degli esercizi si fonda sul concetto di Margine
Questo termine, sinonimo di limite, raffigura la zona di azione di chi vuole migliorare.
I limiti sono gli strumenti di constatazione del nostro miglioramento.
Infatti ogni volta che sorpassiamo un limite prendiamo coscienza che possiamo andare oltre.
Il concetto di margine si può capire più facilmente con l'azione, semplicemente provando cose appena al di sopra del proprio livello per abituare ed allenare la sensazione/percezione che ci fa' prima generare il difficile per poi riconoscere il facile.
il facile è il già conosciuto o già fatto!
il difficile è il nuovo e l’irrisolto!
Facile e difficile sono gli aggettivi precursori della rigidità/fluidità.
Se io sento che sto sul facile starò sicuramente più a mio agio (all’inizio) che sul difficile, condizionando l'impressione della forza sugli appigli fino a limitarla al minimo indispensabile.
Per riconoscere le prese grandi o confortevoli noi non ci affidiamo alle dimensioni ma al confort che ne proviamo (memoria).
Posso quindi dire che la condizione di agio nel gesto la posso sviluppare solo attraverso una pratica mirata all'utilizzo di prese via via sempre più piccole e difficili (per lontananza e direzione) in maniera tale da far sembrare buone e facili tutte quelle più grandi.
La ricerca del facile è la via demoniaca, apparentemente più semplice per trovare la confidenza (la ripetizione), ma facendo solo cose facili io non farò altro che soffrire e faticare perché non mi metterò in condizione di migliorare e quindi a lungo andare peggiorerò a causa della perdita dello stimolo.
Bisogna comunque essere attenti alla misura…la difficoltà ha diverse facce…e quindi occorre saper definire un quadro di azione dove tutti i componenti vengano analizzati per poi scegliere ed isolare l'area da sviluppare.
Durante i primi passi conviene che lo sviluppo sia mantenuto focalizzato su un solo componente alla volta ma alternato nel tempo, per non incappare nella trappola del facile.
Evidentemente tutto ciò che scrivo è relativo al fatto che sarà suscettibile di cambiamenti finché troverò parole e modi diversi per semplificare e dare chiarezza al messaggio. Infatti la pubblicazione on-line permette di rendere partecipi gli interessati al mio cambiamento basato sullo studio relativo alla percezione dell'equilibrio e dei feedback che riceverò anche da queste pubblicazioni.
Grazie 🙂
Marco Nescatelli
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