Ottobre 2, 2013

3. Risoluzione problemi

Problem solving / risoluzione dei problemi

La capacità di gestire i problemi è il modo in cui si affronta il cambiamento.
Per gestire le cose avrò bisogno di capire come funzionano.

Autostima

Nelle fasi di cambiamento noi tutti siamo sempre preoccupati per noi stessi. In realtà questa è la reazione istintiva, quindi conservativa, dell’ego che frena il cambiamento.

Ma la scelta del cambiamento e del miglioramento è la tendenza all’accettazione assoluta del sé-consapevole in unione con il contesto.

Quindi in poche parole ogni volta che sbaglierò, perché mi sono messo di fronte a qualcosa di sconosciuto, mi fermo a riflettere sull’accaduto, senza giudizio, cercando di vedere dov’è presente l’errore ed una volta osservato sarà risolto.

Il primo errore è il non permettermi di sbagliare!

Imparare a cadere, nell'arrampicata, vuol dire che dovrò imparare prima ad acquisire sicurezza/decisione nell'azione fino a quando effettivamente non sia terminata, constaterò della caduta solo in volo, nell'atto della caduta!

Successivamente alla caduta osserverò le azioni conseguenti all'errore (stupore, delusione, ira..)

Poi classificherò l'errore.

Con il tempo si imparerà a non commettere più errori di approccio (scelta del livello dell'itinerario, troppe prese memorizzate.. troppa carne al fuoco… atteggiamento remissivo con dichiarazione di sconfitta nello studio etc..) che rappresentano le varie ansie per poi praticare la presenza…focalizzandosi sui singoli gesti.

Chi è all'inizio tende a reagire all'errore (nasconderlo) non cogliendo cosa si cela dietro una caduta.

Ma per fortuna, una volta a terra, ci si rialza!!

In primis Ricordo del se e poi l'analisi dell'accaduto, del tipo moviola, e poi agire di conseguenza.

Nel momento in cui l'errore lo colloco all'interno della mia ricerca esso metterà in luce la scoperta.

Migliorerò quando accetterò l’errore, quindi lo prenderò in considerazione e lo trasformerò in esperienza che arricchirà il mio bagaglio "motorio".

Nel momento in cui utilizziamo l'errore come elemento di giudizio finiamo per identificarci con esso…. quindi diventiamo sbagliati…

Per imparare a mantenere la ricerca attiva riduciamo ogni evento in piccole azioni propositive.

Seguendo questo filo logico io insegno a cadere prima fisicamente e poi mentalmente, infatti l’essere presenti nel momento della caduta, per la gestione del corpo in volo, implica di per sé la presa di coscienza e l’accettazione del momento (consueto) che renderà possibile ed accettabile lo sbaglio per sviluppare la crescita.

Noi dobbiamo avere CURA delle cose non perché sono malate ma perché ci farà semplicemente sentire meglio… anche se non stiamo male.

Innamoriamoci della scoperta.

L'errore risolto sarà l'indice di miglioramento perché altrimenti percepire il miglioramento sarà molto difficile per chi si immerge in un processo migliorativo basato sul margine.

Gli errori sono lo strumento della ricerca.

La percezione del miglioramento si ha solo attraverso la misura del proprio stato… al di fuori del giudizio.

Porsi degli obiettivi/risultato al di fuori di questi parametri, come un "arrivare in cima", rappresenta un limite che influenza negativamente il divenire costringendolo in un solo ambito e non prendendo in considerazione il nuovo.

Trasformare l'errore in opportunità o scoperta è uno dei modelli di comportamento a cui arriviamo seguendo il metodo qui descritto.

Io sbaglio perché non credo di avere gli strumenti necessari a cogliere la perfezione.

Marco Nescatelli

 

Marco Nescatelli
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Marco Nescatelli


Marco Nescatelli, ideatore di KataClimb Maestro di Arrampicata Sportiva dal 1992. Direttore e fondatore dell'Accademia di arrampicata Roma Center Climb.

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