I gradi di difficoltà nell’arrampicata
Il Monitoraggio continuo, richiesto per essere sempre presenti nella percezione dello sviluppo, è aiutato oltre che dalla risoluzione errori anche dai livelli di difficoltà o gradi di difficoltà.
Ovviamente bisogna prima capire come funziona la gradazione e come si AGISCE sul grado per saperne poi trarne beneficio.
Innanzi tutto le gradazioni non si riferiscono ad un modello oggettivo, come le unità di misura, ma sono effettuate attraverso le sensazioni/percezioni perciò sono soggettive ed altalenanti.
I gradi vengono proposti dagli esecutori, che intervengono sulla dichiarazione in base alla loro esperienza e morfologia, e possono essere condivisi oppure no, perché riguardanti comunque uno stato sensoriale, infatti sarà il tempo e le ripetizioni di altri ad assestare il grado.
Finché non si comprendono i modi di gradazione si reagisce al grado, subendone il potere che gli si attribuisce, mitizzandolo.
Il Grado non dirà mai quanto sono bravo o no, perché esso è composto di numeri ed i numeri sono infiniti.
L’atleta più forte arriva a fine scala solo per un istante che innescherà di conseguenza l’ampliamento della scala stessa.
I numeri saranno solo un orientamento approssimativo e non ci renderanno felici o soddisfatti ne tantomeno gratificati.
Marco Nescatelli
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